Si parte male: il messaggio su whatsapp recita testuale: h7.45 – piazza San Gervasio – camminata…
7.45? Camminata? Oltretutto piazza San Gervasio…non esiste!
Che notte atroce… Che faccio? Vado, non vado, corro , non corro… Alle prime luci dell’alba l’illuminazione: ogni tanto bisogna anche farsi coraggio e osare: oggi si prova. No limits: si fa la corta e tutta correndo, solo così (domani..) sapremo se siamo alla fine del tunnel a sull’orlo del baratro.
Ore 7.45: eroici arriviamo in tromba, io e la mia kangura, ovviamente non sono arrivati né quelli dell’organizzazione né i miei compagni, mannaggia alla “sindrome di Forconi” !!!
Tanta gente, vista tante volte, mi sembra di essere tornato a casa, qualche scambio di sorrisi e i soliti errori. Alle 8.20 avevo già fatto 5 viaggi alla macchina, prima mi ero scordato le fascette per i ginocchi, poi gli occhiali, poi le scarpe (??!?).Insomma: il solito repertorio del rincoglionito.
Mi affianco ai ragazzi della Nave, ce n’è uno che spara più fesserie di me, ci scambio un paio di battute e poi mi metto ad ascoltarlo, così mi faccio il repertorio per chi mi capiterà a tiro nei prossimi mesi (si spera…) e così, accompagnati dal fischio di un flauto, si arriva in fondo alla discesa. “E ti veniva meglio la chitarraaaaa!!!!” gli vocia il mio vicino di gara. Oh! Non ha spiccicato più nota quello lì… e giù ridi fino all’incrocio!
Secondo esame passato, non resta altro che un paio di Km di pianura per arrivare al traguardo, mi volano via senza problemi e felice arrivo di nuovo a consegnare, non senza un po’ di impaccio da principiante, il cartellino.
Grande Miche, finalmente si riparte, ti aspetto domenica al Quadrifolgio
Grazia